di Benedetta Tintillini
Nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni di rapporti tra Italia e Giappone prende oggi il via a Roma, al Museo dell’Ara Pacis, la mostra Hokusai, sulle orme del maestro, che sarà visitabile fino al 14 Gennaio 2018.
La grande mostra, la prima mostra monografica su Katsushika Hokusai, è composta da più di 200 opere, che saranno esposte a rotazione in due tranche, a causa fragilità delle stesse, provenienti dal Chiba City Museum of Art, dall’Uragami Mistsuru Collection, dal Kawasaki Isago no Sato Museum e dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova.
Le cinque sezioni nelle quali è articolata la mostra offriranno una panoramica sulla vasta produzione del Maestro dell’arte ukiyoe, proponendo al contempo confronti con altri artisti giapponesi che fortemente sentirono l’influenza di Hokusai e che da lui trassero ispirazione; uno su tutti Keisan Eisen, la cui figura artistica è presentata per la prima volta in Italia.
Silografie policrome, tra le quali la famosissima “Grande onda”, saranno esposte accanto a rotoli di seta o carta dipinti a pennello.
Nelle alterne vicende della sua lunga vita, Hokusai ha prodotto opere dai soggetti più vari: paesaggi, natura, bellezze femminili, fino ad esseri immaginari e leggendari, utilizzando anche tecniche e formati originali e sperimentali.
La mostra si apre con la sezione “Mete da non perdere”, dove è possibile ammirare le serie dedicate ai ponti, alle cascate, oltre a “La Grande onda presso la costa di Kanagawa” ed il “Fuji rosso” della serie “Trentasei vedute del Monte Fuji”, oltre al “sugoroku”, un gioco da tavolo composto da una serie di scene minuziosamente realizzate.
La seconda sezione si intitola “Beltà alla moda: il mondo della seduzione”. Raccoglie soggetti femminili, soprattutto cortigiane, geisha e donne dei quartieri di piacere, che vengono ritratte come simboli di moda, eleganza e seduzione nei loro sontuosi kimono. Proprio uno dei soggetti presenti in mostra, realizzati da Eisen, appare riprodotta in diverse opere di Van Gogh, a testimoniare l’enorme influenza che la produzione di ukiyoe ebbe in Europa nell’Ottocento; fa parte di questa sezione il gruppo di “immagini pericolose” ed erotiche ispirate ai quartieri di piacere di Edo.
“Fortuna e buon augurio” è la sezione dedicata ai “surimono”, opere commissionate ad uso privato realizzate in numero molto limitato; tali commissioni potevano riguardare biglietti, calendari, annunci o inviti, e furono realizzati dal maestro con particolari estremamente minuziosi e tecniche ricercate che rendono tali opere ancora più preziose.
La quarta sezione, “Catturare l’essenza della natura” mostra i rotoli verticali dipinti, nei quali Hokusai eccelleva per la resa potente degli animali: tigri, aquile, draghi, legati alla tradizione filosofica e beneaugurale, oltre alla maestria nella resa del classico soggetto della carpa.
L’ultima sezione è dedicata ai “Manga e manuali per imparare” e presenta quindici volumi a stampa con l’arte di Hokusai codificata ad uso di professionisti ed amatori: un catalogo di paesaggi, elementi naturali, soggetti umani e di fantasia che hanno ispirato, e continuano ad ispirare, migliaia di artisti e disegnatori.
La grande mostra su Hokusai, curata da Rossella Menegazzo, oltre ripercorrere la sessantennale produzione del Maestro, si propone di suscitare nuovi dibattiti e riflessioni su quanto, tali forme espressive, avessero influenzato, ed ancora potentemente influenzino, l’arte ed il gusto occidentale. Grande fu il fascino esercitato dall’arte giapponese, come già accennato, sugli artisti Ottocenteschi soprattutto francesi, ma non solo: basti pensare all’attuale grande produzione e diffusione dei cartoni manga che annovera un enorme numero di estimatori anche in occidente.
La mostra è quindi ulteriore spunto di riflessione sull’enorme importanza dell’opera di Hokusai sulla cultura mondiale, la cui enorme genialità lo ha reso valicatore di spazi e precursore dei tempi.